
E' dovuta scendere in campo la Procura di Roma, per avviare una indagine in relazione all'attacco informatico avvenuto sabato per mano degli hacker di Anonymous. Nel procedimento, confermato dall'Ansa e affidato al pm Eugenio Albamonte, si ipotizza il reato di accesso abusivo ad archivio informatico. Gli hacker hanno reso accessibili a tutti, mail, numeri di telefoni, ordinanze di servizio delle Questure ma anche buste paga e fotocopie di documenti di appartenenti a forze di polizia e forze armate. Tutto ciò mette a rischio le forze dell'ordine italiane, ma non solo: mette anche a nudo il sistema di controllo e tutela di se stesso da parte del cuore dello Stato italiano.
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Ancora una volta e ancora loro: ce l'hanno nuovamente fatta gli hacker di Anonymous.
Questa volta sono riusciti a "bucare" i sistemi informatici di governo e ministeri, accedendo ad informazioni personali come email, numeri di telefono, buste paga, documenti delle forze di polizia e ordinanze di servizio.
La pasta, o la posta se preferite, è stata poi naturalmente colata online, divenendo tutto ma proprio tutto di dominio pubblico.
L'attacco è avvenuto lo scorso sabato per mano del noto gruppo di hacktivisti che hanno poi firmato la loro incursione con una sorta di nota: "Cittadini, siamo lieti di annunciarvi, per il diritto della democrazia e della dignità dei popoli, che siamo in possesso di una lista di dati personali relativi al Ministero dell'Interno, al Ministero della Difesa, alla Marina Militare nonché di Palazzo Chigi e Parlamento europeo".
Si parla di circa 40 documenti diffusi dal blog e dal profilo Twitter legati ad Anonymous.
Ma attenzione, potrebbero aggiungersene altri attualmente nelle mani degli hacker.
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Gli hacker-incursori hanno aggiunto: "Da settimane ci divertiamo a curiosare nei vostri server, nelle vostre email, portali, documenti, verbali e molto altro. Siamo in possesso di una notevole mole di materiale: ad esempio documenti sui sistemi di intercettazioni, tabulati, microspie di ultima generazione, attività sotto copertura; file riguardanti i Notav e i dissidenti; varie circolari ma anche numerose mail".
Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha comunicato che la Polizia Postale avrebbe individuato e bloccato immediatamente l'intrusione senza che siano stati i sistemi di sicurezza dei server.
La nota ufficiale: "Le attività d'indagine tecniche avviate nell'immediato non hanno al momento evidenziato ulteriori compromissioni di sistemi informatici istituzionali".
Si tratta di una versione ufficiale, secondo cui gli hacker avrebbero avuto accesso solo a due account mail di due dipendenti della Difesa e della Polizia di Stato.
Le cose però potrebbero anche essere diverse, tanto che i documenti pubblicati dagli hacker fanno chiaramente riferimento a fatti recenti, come l'organizzazione dei sopralluoghi a Bologna per la visita del premier Paolo Gentiloni.
Lo stesso dicasi per la diffusione piratesca online di ordinanze del 10 novembre, frequenze radio di sicurezza per la visita del Premier a Bruxelles ad ottobre e documenti e foto di militari...
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FONTI:
Per il contenuto: Gli hacker di anonymous hanno rubato i dati di governo e ministeri italiani, tech.fanpage.it, 15 Novembre 2017.
Per l'immagine: www.we-news.com
Articolo scritto da:
Mauro Suma, il Direttore Responsabile (leggi la sua biografia).