Il Decreto Bondi, emanato sul finire del 2009, ha allargato a dismisura l'elenco degli apparecchi per i quali è obbligatorio pagare il cosiddetto equo compenso per la copia privata, ed iniziano a sentirsi gli effetti sui prezzi.
In pratica, ogni supporto fornito di memoria, sia un hard-disk, una chiavetta USB o un CD, è oggi gravato da questa vera e propria tassa a carico del produttore.
Il beneficiario è la SIAE, che incassa questa somma a titolo di risarcimento (preventivo!) per il caso in cui, per mezzo del supporto acquistato, venga violato il diritto d'autore; resta inteso che comunque la violazione rimane un illecito, nonostante sia stato già pagato un corrispettivo per la sua eventuale violazione...
E i produttori hanno ovviamente colto la palla al balzo per scaricare sull'acquirente il costo di questo nuovo balzello: la Apple ad esempio ha portato il costo dell'iPod da 160 GB da 229 a 247 euro.
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Contro l'equo compenso pende comunque un ricorso proposto da Altroconsumo davanti all'Unione Europea, che ci auguriamo abbia esito positivo.